[Uomini che inseguono uomini][Andrea D’Angelo]
“Uomini che inseguono uomini” di Andrea D’Angelo può sembrare la storia di un abbandono ma è, in realtà, un atto di liberazione.
[I travestiti][Lisetta Carmi]
A cinquanta anni dalla pubblicazione de “I travestiti” e a pochi mesi dalla scomparsa di Lisetta Carmi appaiono, in un volume fortemente voluto dalla fotografa, le foto inedite a colori di uno dei reportage più intensi e importanti della storia della fotografia, ritrovate nel suo archivio nel 2017.
[Maschilità egemone][James W. Messerschmidt]
Maschilità egemone di James W. Messerschmidt fornisce una sintesi agile e al contempo rigorosa della concezione originale e dei modi in cui si è sviluppata la hegemonic masculinity elaborata negli anni Novanta
[Divine. La storia della donna più bella del mondo (quasi)][Álex Ander]
La storia di un artista serio e perseverante, che ha voluto con tutte le sue forze essere famoso fino a diventarlo, rivoluzionando completamente la cultura pop camp e frocia del XX secolo.
[My son is probably gay 4][Okura]
La ricerca della propria identità in una storia familiare tenera, coinvolgente e di grande attualità
[Adrienne Rich. Poesia e poetica di un futuro][Marina Camboni]
A dieci anni dalla morte, Marina Camboni dedica ad Adrienne Rich – artista a tutto tondo e pensatrice ‘universale’ – e alla sua poesia un importante saggio.
[La ragazza boema][Willa Cather]
Con il titolo di uno di essi, “La ragazza boema”, questo volume riunisce quattro racconti che ci offrono la dimensione più autentica della scrittura di Willa Cather, da sempre considerata uno dei grandi classici della letteratura americana.
[I Settembrini][Barbara Minniti]
In questa biografia pop, Barbara Minniti racconta con stile giornalistico e discorsivo, lieve e anche ironico, un personaggio conosciuto sotto una luce inedita.
[Extra Bold][Ellen Lupton]
Extra Bold è la guida femminista, inclusiva, antirazzista, non binaria per graphic designer che tutti stavamo aspettando
[All’amico che non mi ha salvato la vita][Hervé Guibert]
Con uno stile iperrealista, confinante con la diagnosi, Guibert descrive il lento ma inarrestabile progredire dell’AIDS, il disfarsi del suo volto angelico, dei suoi riccioli biondi e di quello sguardo magnetico che avevano incantato i salotti parigini