Titolo: Francesco Vezzoli: Diva?
A cura di: Shai Baitel
Edito da: Skira
Anno: 2025
Pagine: 164
ISBN: 978885725411
Il lavoro di Francesco Vezzoli si crogiola nel potere della nostalgia, della fama e del dolore, intrecciando cinema, ricamo e storia dell’arte in una visione singolare e malinconica. Le sue lacrime ingioiellate, cucite sui volti delle grandi icone del cinema e della moda, trasformano il dolore in ornamento, elevando la tristezza a spettacolo. Questo libro ripercorre l’impegno di Vezzoli nella storia visiva, dall’età d’oro del cinema italiano alle tradizioni devozionali dell’iconografia religiosa. Attraverso il cinema, il ricamo e la performance, egli riformula il desiderio e la perdita come un filo concettuale che collega la memoria culturale con la creazione di immagini contemporanee. Francesco Vezzoli: Diva? è uno studio sulla bellezza, l’artificio e la catarsi.
Il libro racchiude un’intervista a Francesco Vezzoli di Hans Ulrich Obrist, una conversazione tra Sophia Loren e Francesco Vezzoli e i saggi di Nancy Spector e Donatien Grau.
“Mentre Vezzoli ha continuato ad abbracciare il cinema come mezzo essenziale all’interno del suo lavoro multidisciplinare, la sua precoce adozione del ricamo come canale espressivo distintivo gli ha fornito la forma unica con cui trasmettere il pathos che ha scoperto sullo schermo”. – Nancy Spector
“Viviamo in un’era di immagini, vediamo immagini continuamente, nel mondo esterno quando siamo per strada, nel mondo interno quando siamo sui nostri telefoni. Attraverso il suo lavoro, Vezzoli ha esplorato l’architettura sottostante alla forma contemporanea di creazione di immagini. Ci ha invitato a percepire che c’è qualcosa di più in ciò che vediamo di quanto possa sembrare: guardare, guardare indietro e guardare di nuovo; rimanere stupiti e meravigliati; interrogare noi stessi e ciò che identifichiamo nel mondo”. – Donatien Grau
“Se non hai pianto, i tuoi occhi non possono essere belli”. – Sophia Loren
Francesco Vezzoli (nato a Brescia, Italia, 1971) vive e lavora a Milano. Considerato uno degli artisti italiani di maggior successo a livello internazionale, la sua opera può essere descritta come una serie di forti allegorie sulla cultura contemporanea, con un ricco sottotesto di elaborate citazioni che coinvolgono video installazioni, ricami a petit point, fotografia, performance dal vivo, esperimenti mediatici e – più recentemente – scultura classica. Ha presentato i suoi lavori alla Biennale di Venezia (2001, 2005, 2007), alla 26ª Bienal de São Paulo (2004), alla Whitney Biennial (2006) e a Performa (2007, 2015) a New York. Ha esposto nei principali musei e istituzioni italiani e internazionali: New Museum of Contemporary Art, New York (2002); Castello di Rivoli (2002); Fondazione Prada, Milano (2004 e 2005); Tate Modern, Londra (2006); Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2007); Kunsthalle Wien (2009); Museum of Contemporary Art, Los Angeles (2009); Moderna Museet, Stoccolma (2009–10); e NMNM – Nouveau Musée National de Monaco (2016). Tra il 2013 e il 2015 è stato protagonista di tre mostre personali al MAXXI di Roma, al MoMA PS1 di New York e al MOCA di Los Angeles con il progetto The Trinity. Nel 2017 ha presentato alla Fondazione Prada di Milano TV 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai. Ha realizzato una performance operistica dal vivo per il 40º anniversario del Centre Pompidou e nel 2019 ha portato la mostra Joris-Karl Huysmans critique d’art. De Degas à Grünewald, sous le regard de Francesco Vezzoli al Musée d’Orsay di Parigi. Nel 2021 Vezzoli ha collaborato con Fondazione Brescia Musei al progetto espositivo Palcoscenici archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli e, nello stesso anno, è stato protagonista della mostra Francesco Vezzoli in Florence, con due nuove sculture in Piazza della Signoria e a Palazzo Vecchio a Firenze. Le mostre più recenti includono VITA DVLCIS. Fear and Desire in the Roman al Palazzo delle Esposizioni di Roma e Museums of Tears al Museo Correr di Venezia. Dopo la sua prima mostra personale in Cina, DIVA, al Modern Art Museum (MAM) di Shanghai, le sue opere sono attualmente esposte al Centre Pompidou-Metz per la mostra Copistes, in collaborazione con il Musée du Louvre, e all’interno di Les yeux dans les yeux presso la Pinault Collection a Rennes.
Shai Baitel, curatore di mostre e scrittore, è direttore artistico del Modern Art Museum (MAM) di Shanghai. Ha ideato le mostre Bob Dylan: Retrospectrum (2019) e Zaha Hadid Architects – Close Up (2021). Per Skira ha recentemente pubblicato Marina Abramović. Transforming Energy (2024) e David Hockney. Paper Trails (2024).
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