Improvvisamente, Walt Whitman diventò un mito, l’Omero americano, il simbolo vivente della poesia. La sua casa, in Mickle Street, a Camden, fu meta di pellegrinaggi: vi accorrevano discepoli, curiosi, giornalisti, poeti. Infermo, colpito da paralisi, con una barba esagerata, da santone, Whitman non era soltanto il cantore che con Foglie d’erba aveva “inventato” gli Stati Uniti d’America: incarnava la lotta contro le convenzioni sociali, le storture politiche, i falsi pudori; si era fatto carico del secolo, forte di un carisma ineluttabile, perfino spaventoso. Facendogli visita nel 1882, Oscar Wilde è perentorio: “È l’uomo più umile e più potente che abbia mai incontrato in tutta la mia vita. Eccentrico? Non lo è. Impossibile giudicare i grandi uomini con il metro delle banali convenzioni”. Austero, audace, colmo di una saggezza anticonformista, nelle interviste – qui raccolte per la prima volta in Italia – Whitman testimonia la propria poetica, i gusti letterari, le preferenze in campo elettorale. Spesso è spiazzante, “vasto e inumano”, come lo definirà Jorge Luis Borges, uno dei tanti ammiratori; per lignaggio, è l’autentico padre della letteratura americana.
Walt Whitman (1819-1892) rappresenta il genio delle coste del Nord America. Nessun altro americano è, come lui, un poeta universale”, ha scritto Harold Bloom. Le interviste rilasciate negli ultimi anni della sua vita, ci fanno percepire il Whitman carnale e radicale, l’estroso polemista, il poeta che s’insinua negli ingranaggi della Storia, per disintegrarli.
Titolo: Non esiste diavolo peggiore dell’uomo
Scritto da: Walt Whitman
Prefazione a cura di: Franco Buffoni
Tradotto da: Émil Ronìn
Edito da: De Piante Editore
Anno: 2022
Pagine: 246
ISBN: 9791280362254