Essere giovani nella Parigi degli anni venti. Mescolarsi alla folla di razze e lingue diverse, bere vino, scatenarsi al Koubok, a due passi all’università: è iniziato il Bal des Quat’z’Arts. Frequentare le lezioni, e chiedersi che cosa fare una volta terminati gli studi. Costruire ponti, dice qualcuno, misurare e ripartire la terra delle colonie, un altro. Poi c’è Gabrielle, che non vuole nulla, perché sarà il destino a volere per lei, e Ursula, che studia geografia e desidera un libro da leggere a voce alta, un libro in cui ogni frase sia armoniosa e bella. Ursula che a Parigi conosce un uomo, esce con lui, va alla Coupole dove ogni sera la ballerina Lena calamita sguardi e attenzioni, Ursula che cerca una libertà che sia solo sua, Ursula che ama Jacqueline, snella e abbronzata. Scritta da Annemarie Schwarzenbach nel 1929, quando, come la protagonista della novella, studiava alla Sorbona, La notte è infinitamente vuota procede per salti, bruschi cambi di tempo e prospettiva, impressioni in cui l’esperienza biografica è rielaborata e sublimata in una scrittura immaginifica, ora malinconica e ora estasiata dalle infinite possibilità del domani. Una scrittura sempre veloce, come un’automobile nella notte, quando il ronzio del motore e la vibrazione del volante aprono la strada ai ricordi. Controparte crepuscolare di Ogni cosa è da lei illuminata, pubblicato dal Saggiatore in questa stessa collana, La notte è infinitamente vuota anima la levigatezza stilistica tipica delle opere più mature di Annemarie Schwarzenbach con l’urgenza insopprimibile della giovinezza, e rappresenta un passaggio decisivo nell’opera dell’autrice, fra le figure più importanti della cultura mitteleuropea di inizio Novecento.
Annemarie Schwarzenbach, nata a Zurigo nel 1908 e morta a soli trentaquattro anni in seguito a un incidente, è stata scrittrice, giornalista e fotografa, una delle voci più personali e riconoscibili dell’Europa fra le due guerre. Grande amica di Klaus ed Erika Mann, figli ribelli e tribolati del grande Thomas – presenza scomoda e ingombrante nella vita di entrambi –, Annemarie viaggiò in Europa, America, Asia e Africa, alla ricerca di un ubi consistam forse impossibile, e tuttavia al centro tanto della sua vita quanto della sua scrittura. Androgina e anticonformista, condusse un’esistenza bruciante, segnata dalla morfina e da un indomito desiderio di indipendenza. Il Saggiatore ha pubblicato Dalla parte dell’ombra (2001), La via per Kabul (2002), Oltre New York (2004) e Ogni cosa è da lei illuminata (2012).
Annemarie Schwarzenbach, La notte è infinitamente vuota [Pariser Novelle], trad. it. T. D’Agostini, Il Saggiatore 2014, pp. 78, ISBN: 9788842820413