Corpulento, teatrale, sfrontato, gli occhi che sembrano trapassare l’interlocutore, Oliver Haddo ha l’aria di «un prete sensuale, malvagio». Conosce come pochi la letteratura alchemica e la magia nera, si definisce Fratello dell’Ombra ed è ossessionato dal desiderio di vedere «una sostanza inerte prendere vita» grazie ai suoi incantesimi – dal desiderio «di essere come Dio». Arthur Burdon, il brillante chirurgo che lo incontra a Parigi, non ha dubbi: è uno spregevole ciarlatano, un impostore, forse un pazzo. Ma quando Margaret, la giovane dalla bellezza perfetta che sta per sposare, e che per il mago provava all’inizio un violento disgusto, comincia a esserne morbosamente attratta – come se «nel suo cuore fosse stata seminata una pianta infestante, che insinuava i lunghi tentacoli velenosi in ogni arteria» – e fugge con lui in Inghilterra, comprende che dovrà misurarsi con forze immani, di cui sinora ha voluto ignorare l’esistenza. Dalla sua parte si schiereranno il dottor Porhoët, appassionato di alchimia, e la fedele amica e protettrice di Margaret, Susie, ma lo scontro – che Maugham trasforma in una spirale di irresistibile tensione – sarà aspro, tenebroso, lacerante: perché il male che il pragmatico dottor Burdon dovrà combattere è in fondo un’oscura «fame dell’anima», fame di una vita infinitamente viva, di rischiose avventure, di conoscenza soprannaturale e di ignota bellezza.
W. Somerset Maugham è stato uno scrittore britannico, autore di romanzi e racconti caratterizzati da grande leggibilità, semplicità stilistica e da un atteggiamento di disillusa ironia. Frequentò la King’s School di Canterbury e l’università di Heidelberg, dove si laureò in medicina, che poi abbandonò per dedicarsi alla letteratura. La buona accoglienza avuta dal suo primo romanzo, Liza di Lambeth (1897), lo convinse a rinunciare alla professione medica per dedicarsi alla scrittura. Il romanzo parzialmente autobiografico Schiavo d’amore (1915) è considerato il suo capolavoro e una delle maggiori opere di narrativa realistica dei primi anni del Novecento. La luna e sei soldi (1919), storia del conflitto fra l’artista e la società legata alle convenzioni, trae spunto dalla vita del pittore francese Paul Gauguin; fra gli altri romanzi si ricordano Il velo dipinto (1925), Ashenden l’inglese (1928), Il fantasma nell’armadio (1930) e Il filo del rasoio (1944). I testi teatrali di Maugham comprendono le commedie satiriche Il cerchio (1921) e I nostri migliori (1923) e il melodramma Ad est di Suez (1922). Maugham fu inoltre autore di saggi, di molti racconti confluiti in vari volumi e di due autobiografie.
Autore: W. Somerset Maugham
Titolo: Il mago
Titolo originale: The Magician
Traduttrice: Paola Faini
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 254
ISBN: 9788845934872