Una madre trova il corpo del figlio davanti alla porta di casa. Vivek è morto, il giorno dell’incendio al mercato. Al collo non ha più il ciondolo che portava sempre; è nudo e dalla testa, ornata da capelli che qualcuno giudicava troppo lunghi per un uomo, stillano fiotti di sangue. Cosa gli è accaduto? Chi l’ha trascinato fino a lì? Il dolore atroce e il desiderio di scoprire la verità conducono la madre alla consapevolezza di non aver mai conosciuto fino in fondo suo figlio. Vivek ha sofferto, ha scontato la sua diversità, ma ha trovato comprensione tra le braccia di alcune amiche e del cugino, unici a custodire il segreto della sua morte. Vivek miscela sessi e identità, sfida i limiti, abolisce i confini, e così anche la lingua di Akwaeke Emezi si fa fluida, eppure pronta a impennarsi con scatti di fragoroso sprezzo delle norme.
«Un romanzo travolgente su quello che le famiglie non vedono, o scelgono di non vedere.» The New York Times, 100 Notable Books of 2020
«Viscerale, tenero e struggente. Un esempio di quello che la narrativa migliore può fare: essere un antidoto all’invisibilità.» The Guardian
Akwaeke Emezi (Umuahia, 1987) nasce in Nigeria e studia alla New York University. Il suo romanzo d’esordio Acquadolce, pubblicato dal Saggiatore nel 2019, è stato finalista al PEN/Hemingway Award e al Women’s Prize for Fiction. La morte di Vivek, pubblicato nel 2021, è stato nominato dal New York Times fra i cento migliori libri del 2020.
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