Il racconto, scandito da diverse dominanti cromatiche, riflette sui temi della violenza pubblica e privata, del conformismo, della Shoah, delle leggi razziali, delle deportazioni e dell’omosessualità in un’epoca di forti tumulti e cambiamenti politici e sociali. Al centro della narrazione c’è la vita di Giulio, scandita dai grandi avvenimenti dell’epoca. Nel 1914 un giovane Giulio assiste a un omicidio passionale e viene poi mandato a combattere sul Carso. Lo ritroveremo nel 1935 quando lavora in un hotel sul Lago Maggiore, qui conosce Giorgio, accecato dall’ideologia fascista, con cui sviluppa una relazione. In fine nell’autunno ‘43, Giorgio, oramai passato ai partigiani, riprende contatti con Giulio per condurre un’attività di spionaggio. Francesco Memo e Barbara Borlini disegnano un affresco di quegli anni la cui storia gira attorno a un amore omosessuale in un’epoca di forti tumulti e cambiamenti politico sociali.
«Può un fumetto ricordarci di prestare attenzione, sempre, e di non ritenerci salvi da niente, nemmeno oggi? La risposta è: sì. E può farlo pure molto bene» – Matteo Bussola, Robinson
Francesco Memo e Barbara Borlini sono una coppia affiatata nell’arte e nella vita, approdano alla carta stampata dopo un’intensa attività in rete, che li ha portati a diventare raffinati autori di culto. Svolgono in parallelo attività di ricerca in ambito universitario su comunità urbane, condizione femminile e dell’infanzia. Hanno pubblicato libri per Bruno Mondadori, Laterza, Baldini e Castoldi, Franco Angeli e insegnato in corsi di laurea e dottorato. Il loro La rosa sepolta, a inizio anni 2000, è stato uno dei primi fumetti indipendenti proposti sul web.
Francesco Memo e Barbara Borlini, La vita che desideri, postfazione di Massimo Zamboni, Tunué 2019, pp. 328, ISBN: 9788867902569