“Conservare una lettera è come cercare di preservare un bacio” diceva John Cheever per esortare parenti e amici a gettare quelle che lui scriveva. E proprio perché convinto che i destinatari gli avrebbero dato ascolto, il Cˇechov dell’America suburbana ha confidato per lettera pensieri e timori, eventi importanti e cose di tutti i giorni, e lo ha fatto con un candore, una freschezza, un senso dell’umorismo, una verità che non si riscontrano neppure nei diari. Recuperata e riunita dal figlio dello scrittore, la corrispondenza di Cheever può essere considerata a tutti gli effetti un’autobiografia involontaria, e per questo più sincera e incantevole di una normale autobiografia.
“Queste lettere sono le piscine delle villette coi giardini curati; sono l’estate; sono il chiacchierare del tempo e di altre minuzie; sono le persone care alle quali amorevolmente mentiamo; sono lo scrivere frettolosamente a macchina per parlare di questa vita.” Tommaso Pincio
John Cheever (Quincy, Massachusetts, 1912 – Ossining, New York, 1982) è stato uno dei massimi scrittori americani del Novecento. Vincitore del premio Pulitzer con I racconti (1979; Feltrinelli, 2012), eccelse anche nel romanzo con capolavori come Cronache della famiglia Wapshot (1957; Feltrinelli, 2012),Bullet Park (1969; Feltrinelli, 2012), Falconer (1977; Feltrinelli, 2013) e Sembrava il paradiso (1982; Feltrinelli, 2014). I suoi ritratti dell’inquieta borghesia americana sono stati di ispirazione per un’infinita serie di scrittori, registi e artisti visivi. Feltrinelli sta riproponendo tutte le sue opere principali, fra le quali sono da segnalare anche la raccolta dei suoi racconti (2012), i suoi diari inediti scritti tra la fine degli anni quaranta e il 1982 (Una specie di solitudine, 2012) e le sue lettere (2015). Feltrinelli ha inoltre pubblicato, nella collana digitale Zoom, Il nuotatore (2012).
John Cheever, Le lettere [The letters of John Cheever], trad. di Tommaso Pincio, Feltrinelli 2015, pp. 448, ISBN: 9788807530340