Ibico di Reggio (sesto secolo a.C.) è uno dei nove poeti greci presenti nel canone lirico: i più celebrati. Di lui restano pochi frammenti, che trattano dell’amore per gli adolescenti, oggetto nel mondo ellenico tanto di desiderio quanto di violenta passione. In Ibico trovano espressione entrambi gli aspetti: il desiderio e la violenza.
Ugo Pontiggia s’è formato in filologia classica a Urbino, con Bruno Gentili, e in psicoanalisi a Milano, con Sergio Corradi. Da oltre trent’anni insegna greco nei licei. Per la collana Coliseum ha curato Anite di Tegea, Epigrammi.
Ibico (n. Reggio, Magna Grecia, sec. VI a.C.) poeta greco. Soggiornò in Sicilia e visse a Samo alla corte di Policrate. Della sua opera, ordinata dai filologi alessandrini in 7 libri, restano circa 60 frammenti. Scrisse carmi di argomento mitologico o storico-mitologico, alla maniera di Stesicoro ed encomi, ma sono i carmi erotici che gli assicurano un posto di primo piano nella lirica greca. I. sente l’amore come una malattia, che sconvolge l’equilibrio psichico. In un frammento, Eros è equiparato a un tenebroso vento; in un altro, il poeta, sentendo l’arrivo di Eros, paragona sé stesso a un vecchio cavallo che, malvolentieri, è costretto a ritornare agli agoni.
Ibico, Frammenti d’amore, a cura di Ugo Pontiggia, La Finestra Editrice 2019, pp. 96, ISBN: 9788895925950