Il fatto che si tratti di un’autobiografia di Alice B. Toklas e che però a scriverla sia stata Gertrude Stein dà subito la misura di un testo davvero fuori dagli schemi. Se il lungo sodalizio delle due poteva consentire questo gioco delle parti a ruoli invertiti, ad assicurare la vivacità e l’alto tasso di interesse è soprattutto l’ambiente di cui furono protagoniste e animatrici nella Parigi della prima metà del ‘900. Negli anni che l’Autobiografia ripercorre, tra 1907 e il 1932, fu proprio nella casa-atelier della coppia Stein-Toklas, al 27 di Rue de Fleurus, che i grandi protagonisti delle nuove correnti letterarie e artistiche si incontrarono per discutere nelle famose cene del sabato sera. Picasso, Matisse, Braque, Apollinaire, Satie, Cocteau, Scott Fitzgerald e Hemingway, solo per citare i più famosi, trovarono nella Stein un’interlocutrice di grande sensibilità, capace di indirizzare le loro ricerche e le loro carriere in modo assolutamente geniale.
Gertrude Stein fu una scrittrice statunitense che visse per gran parte della sua vita a Parigi, dove morì. Intorno al suo salotto gravitarono pittori e scrittori destinati a diventare icone del ’900, da Picasso a Matisse, da Francis Scott Fitzgerald a Hemingway. Tra le opere più importanti, oltre alla presente, ricordiamo anche C’era una volta gli americani e Tre esistenze.
Scritto da: Gertrude Stein
Titolo: Autobiografia di Alice B. Toklas
Titolo originale: The Autobiography of Alice B. Toklas
Tradotto da: Massimo Scorsone
Editore: Lindau
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 360
ISBN: 9788833532271
ho letto il libro e merita.
che lo abbia scritto Gertrude ho i miei gravi sospetti, perché la grammatica è completamente diversa e ci sono dettagli che fanno capire che di Alce si tratta e non Gertrude. Forse il bozzetto è di proprietà di Gertrude e la Toklas lo ha reso leggibile petche Gertrude quando scrive pare dislessica e disgrafica e non di facile lettura. Alice no. è metodica, ordinata e pulita; conosce molto bene il francese e fu l’ attenta e premurosa segretaria di Gertrude Stein. Lo consiglio solo a chi è addentro e studioso alla Storia dell’Arte dei primi novecento. Ottimo anche per gli studenti delle Accademie di Belle Arti