Pubblicata per la prima volta nel 1898, “La Ballata del carcere di Reading” è un’opera che non si lascia classificare. Poema sull’amore maledetto, storia gotica con spettri e catene, via Crucis e Passione di un uomo, la Ballata è anche denuncia contro la pena di morte e poesia militante contro la violenza della prigione. Sono versi che parlano a tutti – galeotti e secondini, folli e farabutti – con la verità del dolore e la pietà per un destino comune. Una ballata carceraria in una nuova traduzione che, pur mantenendosi fedele all’universo lessicale impiegato dal poeta, prova a far risuonare anche in italiano il ritmo cadenzato e le rime alternate dell’originale. Distrutto da uno scandalo sessuale e da una condanna a due anni di lavori forzati, Oscar Wilde subì dalla società vittoriana una chiusura feroce: il suo nome venne tolto non solo dai cartelloni dei teatri londinesi, ma anche ai suoi figli. Scelse allora di firmare quest’opera soltanto con la sigla C.3.3., il numero della cella a lui assegnata nel carcere di Reading. Le belle xilografie di Frans Masereel, pubblicate ora per la prima volta in Italia, furono realizzate per un’edizione illustrata uscita in Germania nel 1923.
Scritto da: C.3.3. [Oscar Wilde]
Titolo: La ballata del carcere di Reading
A cura di: Luca Sanfilippo
Illustrazioni di: Frans Masereel
Edito da: Analogon
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 136
ISBN: 9788898630493