Il “romanzo dell’esilio”. Nell’Europa in bilico verso la tragedia del secondo conflitto mondiale un gruppo di intellettuali tedeschi fugge dal nazismo. Tra loro uno scrittore omosessuale, un’attrice impegnata contro il regime, un professore ebreo cacciato dall’accademia. Nel 1933 si ritrovano a Parigi, e sembra quasi un piacevole intermezzo. Con il passare del tempo, però, la musica si incupisce e il viaggio attraverso Francia, Svizzera, Olanda, Cecoslovacchia, Spagna, Stati Uniti diventa sempre più logorante. Gli esuli cadono preda della solitudine, della disperazione, delle droghe. Il vulcano sta per esplodere.
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Klaus Mann nacque nel 1906 a Monaco di Baviera, primo figlio maschio dello scrittore Thomas Mann. Attivista politico e assiduo frequentatore dell’ambiente intellettuale ai tempi di Weimar, nel 1933 scelse l’esilio, in aperta opposizione con il nuovo regime. A questi anni risale anche la decisione di dedicarsi a tempo pieno all’attività letteraria, che culminò con opere importanti come Sinfonia patetica (1935), Mephisto (1936) e Il vulcano (1939), incentrato sulla condizione degli esuli tedeschi durante il nazismo. La sua vita intensa e tormentata, segnata dalla solitaria condizione di apolide, dall’abuso di droghe e da una dichiarata omosessualità, si concluse tragicamente a Cannes, dove morì suicida nel 1949.
Scritto da: Klaus Mann
Titolo: Il vulcano
Titolo originale: Der Vulkan
Tradotto da: Enrico Ganni
Edito da: Gallucci
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 692
ISBN: 9788836244102
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