Texana, docente di Chicano Studies, Feminist Studies e scrittura creativa, e attivista del movimento per i diritti dei lavoratori agricoli migranti, Gloria Anzaldúa ha dato grande impulso alla letteratura e alla coscienza chicana, ponendo al centro del dibattito politico ed estetico la questione della frontiera e le sue implicazioni culturali. In Terre di confine. La Frontera si mescolano diversi stili di scrittura, storia e mito, spagnolo e inglese, esperienze personali e poesia. È così che Anzaldúa sceglie di introdurci in uno spazio fronterizo, un luogo di passaggio, contraddizioni e conflitti. Un luogo che è altro da tutto ed è altro ancora. Questo luogo geografico è la frontiera tra Messico e Stati Uniti. Terre di confine torna in libreria in una nuova traduzione di Paola Zaccaria, grande studiosa dell’opera di Anzaldúa. Nel testo originale le parti in spagnolo non sono tradotte, e così si è deciso di fare anche in questa edizione per esporre chi legge direttamente all’esperienza del bilinguismo e alla fatica di capire poco o di non capire affatto.
Nata nel 1942 nella Valle del Rio Grande, nel Texas meridionale, Gloria Anzaldúa è stata poetessa, teorica femminista e autrice di narrativa. Discendente di coloni spagnoli e di indigeni americani, con la sua opera ha esplorato i concetti di identità e appartenenza, insegnando inoltre scrittura creativa e studi chicani e di genere in numerose università americane. Ha curato l’antologia This Bridge Called My Back, con cui si è aggiudicata il Before Columbus Foundation American Book Award. Il suo lavoro più celebre, Terre di confine, è considerato tra i cento migliori libri del secolo scorso. Anzaldúa è scomparsa nel 2004 a Santa Cruz, in California.
Titolo: Terre di confine. La frontera. La nuova mestiza
Scritto da: Gloria Anzaldúa
Titolo originale: Borderlands/La Frontera: The New Mestiza
Tradotto da: Paola Zaccaria
Edito da: Edizioni Black Coffee
Anno: 2022
Pagine: 296
ISBN: 9788894833812