Il segreto delle “Feste galanti”, che Paul Verlaine pubblicò venticinquenne nel 1869, prima che nascesse la travolgente amicizia con Rimbaud, risiede nel sapiente equilibrio tra spontaneità e artificio, tra libero gioco e incantesimo, tra naturalezza elegante e ricerca di effetti sorprendenti. «È forse questo il libro maggiore di Verlaine, certamente quello che più degli altri apre il Moderno» scrive il poeta Cesare Viviani, che ha curato e magistralmente tradotto questa edizione. «La costruzione del gioco d’amore, il compimento del rituale – l’immersione nei particolari (trucco, vestiti, oggetti), nelle mosse, nelle tappe del percorso allusivo, il risalto vivido della scena, il montaggio trasparente e serrato dei dialoghi, dove ogni battuta scandisce una manovra necessaria del corteggiamento – ogni cosa propone quell’attenzione, settecentesca, alla composizione, al rispetto del dato e del reperto, dove il codificato moltiplica vertiginosamente le sue valenze». E, nella “Buona Canzone”, l’incanto sospeso delle “Feste” cede all’accensione e ai turbamenti dell’amore, al «dolce male che si patisce amando».
Paul Verlaine è stato un poeta e autore di alcuni dei versi più belli, citati e antologizzati dalla letteratura francese. Sperimentatore di metri e di sonorità, Verlaine fu tra i principali artefici del rinnovamento della poesia europea nella seconda metà del diciannovesimo secolo e fu riconosciuto come maestro dei giovani poeti del suo tempo. Pochi seppero, come lui, conservare la melodia e la linearità del canto. Autore di numerose, celebri raccolte (Fêtes galantes, 1869, Romances sans paroles, 1874, Sagesse, 1881, Jadis et naguère, 1884, Parallèlement, 1889), affidò le sue idee in materia di poesia ai versi di un altrettanto celebre Art poétique (1874).
Titolo: Feste galanti-La buona canzone
Scritto da: Paul Verlaine
Titolo originale: Fêtes galantes
Tradotto da: Cesare Viviani
Edito da: SE
Anno: 2021
Pagine: 144
ISBN: 9788867236312