Un po’ di febbre raccoglie i testi in prosa scelti da Penna stesso nel 1973. Nei racconti, come nelle pagine di diario, il lettore ritrova le sue immagini più tipiche: la luce, la meraviglia, la vita che è il «ricordarsi di un risveglio»; ma soprattutto l’icona del fanciullo, puer aeternus che trascende ogni temporalità per diventare simbolo di un’infanzia assoluta, materia di un’incessante mitografia. È solo nella giovinezza, infatti, nella giovinezza senza tempo dei poeti, che può nascere quello sguardo capace di ri-conoscere il mondo, abbandonandosi a un primitivo stupore. Ma perché quello stupore possa manifestarsi è necessario ciò che Penna indica fin dal titolo: un «rapporto febbrile con la realtà».
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Candido eppure perfido, intelligente e primitivo, innamorato di sé e del mondo, Sandro Penna (1906-1977) nasce a Perugia ma vive in gran parte a Roma. Di formazione ragioniere ma poco incline al lavoro, Penna rappresenta l’ideale del poeta “totale”, afflitto da nevrosi e assai lamentevole ma forte del prezioso sostegno di illustrissimi amici intellettuali e artisti, da Saba a Montale a Natalìa Ginzburg.
Sandro Penna, Un po’ di febbre, Mondadori 2019, pp. 110, ISBN: 9788804710349