Rileggere Marx e, soprattutto, saperlo attualizzare. A partire dalla concezione della natura come “corpo inorganico” dell’uomo sviluppata dal giovane Marx nei suoi manoscritti del 1844, Judith Butler propone una visione innovativa e del tutto diversa della questione ecologica. Con l’acutezza che contraddistingue tutto il suo lavoro teorico e che l’ha resa uno dei principali riferimenti del pensiero femminista e queer, Butler rimette in discussione l’interpretazione del primo Marx, spesso accusato di utilizzare una prospettiva antropocentrica. Nella seconda parte di questa raccolta di scritti ancora inediti in traduzione italiana, l’autrice prende in esame la celebre lettera di Marx inviata ad Arnold Ruge nel 1843 per rilanciare una volta di più il ruolo della filosofia come “critica spietata” in grado di sovvertire continuamente l’ordine stabilito.
Judith Butler, docente presso l’Università di Berkeley (California), è una delle più note teoriche queer e femministe le cui tesi sul potere, sull’identità, sul genere e sulla sessualità sono al centro del dibattito filosofico internazionale. Nel 2012 è stata insignita del Premio Adorno. Tra le sue opere tradotte in italiano da Mimesis: La vita psichica del potere (2013), Fare e disfare il genere (2014), Che tu sia il mio corpo (2017, con Catherine Malabou) e Spoliazione (2019, con Athena Athanasiou). Di recente ha pubblicato: Questione di genere (2017) e La forza della nonviolenza (2020).
Scritto da: Judith Butler
Titolo: Due letture del giovane Marx
Titolo originale: Deux lectures du jeune Marx
Tradotto da: Didier Contadini e Luca Pinzolo
Edito da: Mimesis
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 130
ISBN: 9788857577098