Il compost è un modello radicalmente alternativo di convivenza. Rifiuta la gerarchia e il dominio, ma anche la razionalità e l’armonia. È una forma di ecologia, ma incompatibile con quelle pensate fino a oggi dalla cultura occidentale. È un’ecologia queer, ed è venuto il momento di adottarla per rifare il mondo, anzi: i mondi. Si entra nel compost senza malinconia della propria identità, accettando di divenire altro, trasformando la propria individualità e trasformando l’insieme. Si diventa un assemblaggio in cui corpi uni e pluricellulari cooperano, negoziano, si invadono e parassitano, cambiando in continuazione la loro composizione e ciò che li circonda, al punto da rendere impossibile la differenziazione degli elementi.
Antonia Anna Ferrante è titolare di un assegno di ricerca in culture del progetto per sviluppare una ricerca intitolata “Chthulucene. L’arte di abitare la Terra dannata”. Il progetto mira a sviluppare una compostiera pratica e teorica in cui ripensare le Environmental Humanities con i contributi dei gender, queer and postcolonial studies. Ha un dottorato di ricerca in Studi Culturali e Postcoloniali all’Università L’Orientale di Napoli, è membro del comitato scientifico del Centro di Studi Postcoloniali e di Genere, tra le fondatrici della “Technocultures Research Unit” e parte del network “Ecologie Politiche del Presente”. Ha pubblicato la sua monografia intitolata Pelle Queer Maschere Straight. Il regime di visibilità omonormativo oltre la televisione e ha curato il volume collettivo Femminismi Futuri. Teorie, Poetiche, Figurazioni.
Scritto da: Antonia Anna Ferrante
Titolo: Cosa può un compost. Fare con le ecologie femministe e queer
Edito da: Luca Sossella Editore
Anno: 2022
Pagine: 126
ISBN: 9788832231885