Dorian è un giovane bellissimo e vizioso, che attraversa la vita senza pagare il prezzo della propria dissolutezza: per una sorta di patto col diavolo, sarà un ritratto, donatogli dall’amico e pittore Basil, a corrompersi al suo posto. Così, tra salotti, lusso e cinismo, scorre la vita luminosa del protagonista, costruendo uno dei modelli più affascinanti e ambigui della letteratura: il dandy. Ma, pagina dopo pagina, il mito scricchiola e il sangue comincia a scorrere, la fiaba diventa romanzo maledetto e la commedia muta in tragedia. Alla fine l’eccezionale vicenda di Dorian assumerà la forma della parabola senza tempo: quella di un uomo che, a un certo punto dell’esistenza, è costretto a guardare in faccia il proprio peccato.
«Immaginate la lascivia dello Swinburne confettata negli zuccheri dell’ultimo decadimento francese. Avete Oscar Wilde»– Emilio Cecchi
Oscar Wilde (Dublino 1854 – Parigi 1900) è stato uno degli scrittori più amati e discussi dell’Ottocento. La sua prosa spregiudicata ha dato alla luce capolavori come L’importanza di far l’onesto, Salomè e i Racconti.
Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray [The Picture of Dorian Gray], trad. it. di Massimo Scorsone, con un saggio introduttivo di Bernhard Fehr, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli 2019, pp. 326, ISBN: 9788817119856
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