Nelle poesie di Federico García Lorca (1898-1936) l’amore, più che un tema, è un percorso di ricerca, dentro e fuori di sé. Tocca le esperienze personali più profonde del poeta, invade lo spazio esterno, il paesaggio, suona con nostalgia corde intime e sensuali, racconta situazioni e dipinge immagini con i colori dei suoi versi. Lorca disse in un’intervista nel 1933: «L’artista, e specialmente il poeta, è sempre anarchico nel senso migliore del termine, senza dover essere capace di ascoltare altra chiamata che quella che fluisce dentro lui stesso mediante tre forti voci: la voce della morte, con tutti i suoi presagi; la voce dell’amore e la voce dell’arte».
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«Al liceo leggevo i versi di Garcìa Lorca e li imparavo a memoria. Fu allora che scoprii il potere delle parole» – Fernando Aramburu, autore di Patria
«Ti condurrei,
gli autunni, al bordo dei verdi
stagni infiniti
a vedere i neonati di giovani fate
e a guardare i placidi
alberi sfioriti.»
«I giovani innamorati percepiscono in queste poesie gli stessi turbamenti, ritmi e immagini che animano le loro vicende amorose. Un amore che in Lorca sorge sempre imprevisto, cogliendoci di sorpresa, calandosi nei paesaggi, addolcendo la malinconia e perfino sciogliendo il gelo della morte con la passione del suo impegno politico» – Donatella Ziliotto
Federico García Lorca (1898-1936) è un poeta e drammaturgo spagnolo, fra i maggiori esponenti della generazione del ’27. Morì fucilato dai franchisti. Le sue poesie sono dominate dai motivi dell’antitesi natura-civiltà e istinto-ragione, dal folclore andaluso e dal suo paesaggio.
Federico García Lorca, Imprevisto amore, testo spagnolo a fronte, trad. it. di Oreste Macrì e Piero Menarini, a cura di Donatella Ziliotto, con un pensiero di Saturnino, Salani 2019, pp. 143, ISBN: 9788893819411