L’aggettivo abolizionista affonda le sue radici nel diciannovesimo secolo durante la lotta afroamericana contro la schiavitù. Ispirandosi a quella stessa storia questo libro collettivo ha come bersaglio l’attuale sistema penale, da sempre strutturalmente incline alla violenza razzista e di genere. Pur rispettose del fatto che abolizionismo e femminismo continuano a essere teorizzati separatamente da numerose analisi e movimenti, le autrici considerano l’abolizionismo più forte se mette in discussione i meccanismi che generano la violenza di genere e il femminismo, a sua volta, più potente e incisivo se capace di discostarsi dalle posizioni che non fanno i conti con la violenza riprodotta e amplificata da carceri e polizia. La proposta è quella di un femminismo abolizionista, con un approccio che fa tesoro della tradizione del femminismo nero e contesta l’essenzialismo di genere, che ha la tendenza a considerare la violenza sulle donne in maniera isolata. Come se non fosse influenzata da razzismo, pregiudizi di classe, transfobia ed eterosessismo. I dati mostrano come l’intensificarsi della polizia e delle pene non abbiano ridotto il tasso di violenza delle nostre società. Per questo il femminismo abolizionista propone un insieme di analisi, strumenti e pratiche che vanno sotto il nome di «giustizia trasformativa», sperimentando modi per prevenire le violenze e soluzioni alternative a un sistema penale che appare più concentrato sulla vendetta che sulla giustizia. Le autrici non scrivono un manifesto ma una genealogia critica di pratiche ancora in via di formazione e aperte alle proprie stesse contraddizioni. Con la radicalità utopica dell’immaginazione e la solida base di tante esperienze già in atto. Adesso.
L’espressione femminismo abolizionista implica allo stesso tempo una dialettica, una relazionalità e una forma di interruzione: la convinzione che le teorie e le pratiche abolizioniste sono più convincenti quando sono anche femministe e, allo stesso modo, che un femminismo che è anche abolizionista costituisce una versione di femminismo più moderna, inclusiva e persuasiva.
Angela Yvonne Davis (1944), leggendaria attivista della lotta afroamericana contro il razzismo, è stata iscritta fino al 1991 al Partito comunista degli Stati Uniti d’America e ha poi fondato Critical Resistance, movimento per l’abolizione del sistema carcerario. Nel 1970 fu accusata di complicità nell’omicidio di un giudice e scontò un periodo in carcere che, grazie all’appassionata difesa che condusse personalmente nel corso del processo, suscitò una grande campagna di solidarietà in tutto il mondo. Assolta nel 1972, ha continuato le sue battaglie per l’emancipazione delle donne e delle persone nere ed è stata docente nel dipartimento di History of Consciousness dell’Università di Santa Cruz in California, dove ha diretto anche il Women Institute. Autrice di numerosi saggi e articoli, tra cui Donne, razza e classe (Alegre, 2018), Autobiografia di una rivoluzionaria (minimum fax, 2007 e 2016) e Aboliamo le prigioni? (minimum fax, 2009 e 2022).
Titolo: Abolizionismo. Femminismo. Adesso
Scritto da: Angela Davis, Gina Dent, Erica R. Meiners e Beth E. Richie
Titolo originale: Abolition. Feminism. Now
Tradotto da: Assunta Martinese
Edito da: Edizioni Alegre
Anno: 2023
Pagine: 240
ISBN: 9788832067941