«Silenzio!» impose Big Jim tendendo l’orecchio verso l’esterno. «Sento dei rumori, si stanno svegliando».
«È mattina! Finalmente un giorno nuovo!» esclamò Skipper iniziando a stirarsi…
E se i giocattoli potessero parlare? Quante, e soprattutto quali storie racconterebbero? Di sicuro non le favole che iniziano con “C’era una volta…” e terminano con “… e vissero tutti felici e contenti”. Eh no. I giocattoli di Giovanni Lucchese sono pop, e in quanto tali non possono che essere calati in tutto e per tutto nella modernità e nel quotidiano. Nella vita, insomma. Ai suoi Pop Toys l’autore affida una critica feroce e disillusa: che si tratti di Barbie, despota viziata e viziosa, di Pinocchio e delle sue fragilità, delle Bratz, eroine del femminismo più radicale, o di un Playmobil all’improvviso consapevole di essere ormai sorpassato, i protagonisti di questa originale raccolta descrivono, attraverso le proprie vicende, la società che li circonda e nella quale, a volte loro malgrado, sono costretti a vivere. Su tutti, Il mostro. Perché, a volte, i veri mostri non sono quelli di plastica ma quelli in carne e ossa. E perché, a volte, i peluche e le ballerine nelle sfere di cristallo hanno un cuore molto più grande degli esseri umani.
Giovanni Lucchese è nato a Roma nel 1970. Dopo aver studiato recitazione e lavorato in alcuni piccoli teatri di Roma, si è trasferito a Londra per alcuni anni. Nel 2002 è tornato a Roma, dove lavora come libero professionista. Appassionato di musica, cinema e letteratura contemporanea, dal 2012 frequenta i corsi di narrativa presso la Scuola Omero. Ha pubblicato diversi racconti sulla rivista “O”, sul blog “Fantareale” (El diablo e Nylon) e sulla piattaforma “Storiebrevi”. Pop Toys è la sua prima raccolta di racconti, recensita in modo molto positivo dalla commissione del Premio “Calvino” 2015. Attualmente è impegnato nella stesura del suo primo romanzo.
Giovanni Lucchese, Pop toys
, Alter Ego Edizioni 2016, pp. 110, ISBN: 9788893330121
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