Harvey Milk è stato uno dei più importanti attivisti per i diritti delle donne e degli uomini gay, ma anche uno dei simboli moderni della “banalità del bene”, cioè di chi paga con la vita il proprio impegno senza sentirsi un eroe, anzi pensandosi sempre come uno di noi. Assassinato a San Francisco il 27 novembre 1978, Milk si rivolge ai ragazzi di oggi in prima persona, raccontando vita, idee, impegno a partire dagli ultimi istanti della sua esistenza. Con un interrogativo su tutti: come sia importante, e insieme difficile, lottare per la propria felicità lottando per la felicità degli altri.
“Non è la mia vittoria, è la vostra. Se un gay vince, significa che c’è la speranza che il sistema funzioni per tutte le minoranze. Se lottiamo, diamo a tutti una speranza”. Harvey Milk
Piergiorgio Paterlini (1954) vive a Reggio Emilia. Il suo long seller è Ragazzi che amano ragazzi (Feltrinelli, 15 edizioni dal 1991). Fra gli altri libri: Matrimoni (2004, poi Matrimoni gay, 2006), Fisica quantistica della vita quotidiana (2013), I brutti anatroccoli (2014), Lasciate in pace Marcello (Edizioni EL 1997, poi Einaudi 2015), Bambinate (2017), tutti presso Einaudi. Con Gianni Vattimo ha pubblicato Non Essere Dio. Un’autobiografia a quattro mani (Ponte alle Grazie, 2015). È tradotto in una decina di Paesi. Scrive per la Repubblica e per L’Espresso.
Piergiorgio Paterlini, Il mio amore non può farti male. Vita (e morte) di Harvey Milk, Einaudi ragazzi 2018, pp. 144, ISBN: 9788866564812
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