“Les culs énergumènes” è un trattato sul desiderio erotico, sulla disillusione post-sessantottina e sul fallimento del movimento di liberazione gay. Hocquenghem, viviseziona non solo i costumi soffocanti del capitalismo borghese, ma anche le concessioni fallocratiche dei cosiddetti homophiles, e, infine, l’atto del discorso sul desiderio (e sul non-desiderio). Rifiutando qualsiasi teoria pura dell’omosessualità e rivendicandone un’alterità necessaria alla morfologia della rivoluzione, sostiene che le classi dirigenti hanno inventato l’omosessualità come un ghetto sessuale, in un processo di scissione e di mutilazione del desiderio. È solo quando il non-desiderio e il desiderio saranno emanati contemporaneamente attraverso la parola e il corpo, che l’omosessualità, e di conseguenza l’eterosessualità, potranno finalmente essere sublimate attraverso il vero atto del fare l’amore. Secondo Hocquenghem ci sono migliaia di sessi sulla terra, ma un solo desiderio sessuale.
Guy Hocquenghem, Les culs énergumènes. Le cule perse, a cura di Maurizio Candeloro, postfazione di Massimo Prearo, Skene Publishing 2015, pp. 76, ISBN: 9788894024814