Testori scrisse questo breve romanzo per raccontare l’Apocalisse a Milano, che poi è il mondo di Testori. Ma “Milano viene nominata una sola volta, ha quasi perso il proprio nome per diventare simbolo di ogni Città maledetta; i morti si accumulano, del Duomo non restano in piedi che le pareti laterali; motociclisti a bordo di Yamaha sventolano bandiere con uno slogan franchista; l’incendio apocalittico parte dal carcere di San Vittore, dove un ragazzo sta morendo di droga; un feto muore all’ultimo piano di un palazzo; ‘le libertà son tutte finite’, il tempo non esiste più; san Carlo uscito dall’urna si mescola ai carcerati e alla folla di un ‘lungo verme processionale’ come quello barocco della peste (‘sterminio’ l’aveva chiamata all’epoca un frate cappuccino); il moderno Giovanni, indegno emulo dell’Evangelista, scrive da defunto l’estremo libro dell’umanità. Eppure sotto una disperazione così abnorme e un così assurdo delirio d’onnipotenza, dietro un così commovente sprezzo del ridicolo, io ci leggo una strana dolcezza – come se qualcosa, in quell’anno passato in ospedale, si fosse chiarito e intenerito nell’anima di Testori”. (Dalla Prefazione di Walter Siti)
“In Testori la letteratura soffre di non essere altro che letteratura. Per questo Testori guarda sopraggiungere l’Apocalisse e non compie nessuna revoca, non ritorna a casa.” (Sergio Quinzio)
“Il funebre silenzio che regnava sulla città non era l’avviso d’una fine, ma la forza di una sconosciuta apertura”
Giovanni Testori (Novate, 1923 – Milano, 1993), critico d’arte, poeta, autore teatrale e romanziere, è stato tra le personalità intellettuali più complesse e importanti del secondo Novecento. Negli anni cinquanta ha raccontato la periferia milanese, nel ciclo dei Segreti di Milano e nel testo teatrale L’Arialda. Negli anni settanta, attraverso la “Trilogia degli scarrozzanti” (L’Ambleto, Macbetto e Edipus) ha creato una personalissima lingua drammaturgica. Dopo gli oratori di argomento sacro, quali Conversazione con la morte e Interrogatorio a Maria, negli anni ottanta scrive due “Branciatrilogie” per l’attore Franco Branciaroli e porta in teatro uno dei suoi capolavori, il romanzo In exitu. Il suo ultimo testo, quasi un testamento, fra teatro e poesia, è Tre lai. Feltrinelli ha pubblicato I segreti di Milano (2012), Il ponte della Ghisolfa (2013), La Gilda del Mac Mahon (2014), Il Fabbricone (2015), L’Arialda (2017), Il dio di Roserio (2018) e la nuova edizione a cura di Giovanni Agosti di Il gran teatro montano. Saggi su Gaudenzio Ferrari (2015).
Giovanni Testori, Gli Angeli dello sterminio, Feltrinelli 2019, pp. 82, ISBN: 9788807892165
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